lunedì 26 settembre 2011

But he knows not what it means


Ci sono dischi che piacciono un po' a tutti. Sono quelli di cui si discute al pub con gli amici, si accennano le melodie a voce, si fa l'elenco delle canzoni più belle; e a un certo punto uno degli amici prende parola e dice: "Raga, ma son tutte belle."

Spesso sono dischi i cui singoli principali sono stati sentiti e suonati e cantati e spremuti tante di quelle volte da averne esaurito carica e potenziale.

Due giorni fa, c'è stato il ventesimo anniversario della pubblicazione di Nevermind. E c'è anche poco da aggiungere, visto che il tema "la-rabbia-la-droga-il-dolore-gli-anni-90-la-generazione-x-" ha francamente sfrantecato le palle. Sì, c'erano già stati gli Husker Du, i Dinosaur Jr, la scena noise e i Sonic Youth. Sì, non ci sono invenzioni originali dentro. Sì, uno può preferire Bleach.
Nevermind è un disco che strabocca di canzoni stupende, e questa opinione è condivisa da decine di milioni di persone.
Non mi parlate di Come as you are, comunque, che non la sopporto più. Molto meglio In Bloom Drain You.

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