lunedì 7 maggio 2012

De la patrieeee

Non sto a farla tanto lunga, anche perché è una premessa necessaria al punto: io penso che tendenzialmente le persone attribuiscano ai simboli e alla loro componente più astratta e superficiale un'importanza eccessiva, irrazionale e talvolta rovinosa. Parlo dell'acqua santa in chiesa, del Corano bruciato, del reato di vilipendio allo stato, dell'abuso di lettere maiuscole che frequentiamo scrivendo, ma anche del kebabbaro aperto sotto casa e della Coca Cola alla festa dell'Unità. E penso che un simile investimento sull'apparato simbolico delle cose possa condurre a un abbandono preoccupante del piano invece centrale delle cose, e cioè -ding!- le cose stesse. 
Detto questo, ho guardato due o tre volte un breve filmato dei festeggiamenti gauchisti di ieri sera e mi è venuta un po' d'invidia, un'altra volta. Ho la sensazione che i militanti italiani di sinistra non canterebbero l'inno nazionale, in caso di vittoria alle elezioni. Si sentirebbero forse un po' ridicoli o forse un po' fascisteggianti, o forse entrambe le cose.
Ma magari mi sbaglio.

2 commenti:

david ha detto...

io ero li', un po' alticcio seppure, una parigi non da francobollo, bella come non mai, discinta, per tutta notte, rossa tra rose rosse, un momento storico.

Sulla marsigliese sono rimasto sorpreso. Ai francesi piace decisamente meno che l'inno di mameli agli italiani.. e invece ha sortito piu' effetto dell'internazionale, momento assai vibrante. Caspita: ha vinto il partito socialista, la sinistra, mica centri-rosa-pallido.

Cioe', mica il pd, che cavolo

Anonimo ha detto...

Rossa?? Sinistra??? François Hollande?? Suvvia si può dire di tutto per attaccare il PD, ma non che il partito socialista francese sia “la vera sinistra”. La Francia è un paese di destra e il suo partito socialista ne è un riflesso. Queste elezioni lo dimostrano evidentemente: il doppio turno presidenziale e il maggioritario stringente delle legislative non fanno altro che nascondere questa verità dietro una retorica radical-socialista da terza repubblica. Il partito socialista si limita a tingere dei colori repubblicani, il brusio nazionale sull’odio dello straniero: ciò che detto da l’FN suona come vetero-fascista, pronunciato dal nuovo statista-guignol, diventa umanismo socialista (vedi l’idraulico polacco lasciato in Polonia). Domenica la Bastille era solo per i francesi, io non mi sono sentito invitato. La Francia è un paese xenofobo! Come l’ha scritto coraggiosamente domenica Alian Badiou su Le Monde: partito socialista e FN sono solo due toni del medesimo coro, la “colpa” della vittoria di Le Pen non è delle classi popolari drogate di televisione, ma delle elites intellettuali (spesso gauchistes) che ripetono che l’immigrazione è un vero problema nazionale.