giovedì 9 aprile 2009

The L'Aquila earthquake

Via Gianluca Neri, 32 foto attraverso cui il sito Boston.com racconta il terremoto abruzzese, alcune delle quali straordinarie. Qui.

mercoledì 8 aprile 2009

Assalti sotterranei

Noto che circola prepotentemente, fra diverse persone che conosco, una retorica del "ma dove andremo finire, dov'è lo stato?" rispetto alla previsione di Giuliani. Una retorica che ha molto a che fare con quello che scrivevo qui, mesi fa. Una retorica che ritengo sintomatica di mille problemi in uno, e che per questo mi fa incazzare, perchè riguarda il nostro rapporto con la scienza, con il progresso, con l'informazione e con il cambiamento delle cose. Riguarda la nostra cultura.

Primo: Giuliani è un appassionato amatoriale, di sismologia. Ci lavora su a tempo perso. Il che non equivale necessariamente a dire che è un cialtrone, ma almeno da un ruolo e una forma alle sue analisi: nessuno le sovvenziona; nessuno, ripeto, nessuno ci spende un soldo sulle cose che fa. Le fa lui per i cazzi suoi.
Secondo: ha cannato la previsione. Ha toppato, s'è sbagliato, ha fatto cilecca, l'ha fatta fuori dal vaso, ha perso la maniglia, ha sparato una cazzata. Ha sparato una cazzata. E chi sostiene che una mezzora prima del terremoto lui aveva visto delle turbolenze, risponda alle domande del quarto punto.
Terzo: o tutti coglioni, o un solo coglione. Capisco che faccia più comoda la prima, soprattutto finchè i coglioni sono loro.
Quarto: mettiamo che Giuliani avesse avuto ragione (aveva torto) e/o che qualcuno avesse voluto prenderlo sul serio (periodo ipotetico del terzo tipo, quello dell'irrealtà): che si fa? Che si fa? Si evacua mezza regione? Con che priorità? Con che capacità di tranquillizzare il panico dilagante che genererebbe questa notizia? Come comportarsi con chi non crede a Giuliani e non vuole abbandonare casa? Dove si portano quei milioni di persone? Fino a quando li si tiene in questo posto? Quando il terremoto non arriva (perchè non è arrivato, quello previsto da Giuliani) quanto si aspetta prima di tornare tutti a casa? Come si gestiscono le lamentele di chi dice: porcaputtana, prima di evacuare mezzo Abruzzo dovete essere sicuri? Che si fa, eh? Oltre a postare un video su Facebook col senno di(sinformato) poi, che si fa?

Naturalmente, ogni commento basato su stronzate tipo "allora lasciamo morire duecento persone" viene preventivamente subissato da fischi e pernacchie.

Scendere in campo

Chi segue le serie Tv americane, soprattutto quelle di successo, che durano molte stagioni, sa bene che a volte gli interpreti abbandonano -spesso morendo, nel racconto- per i motivi più diversi.
Capita che il loro personaggio non convinca, che nella vita reale siano dei casinisti pazzeschi, che ci sia una grossa produzione cinematografica di mezzo, eccetera.
Scrivendo un post dal titolo encomiabile, Camillo segnala il caso di Kal Penn, uno dei medici che fanno parte del team del Dr. House: molla per andare a lavorare con Obama.

Specchio riflesso

Nella rubrica di traduzione abbandonata tempo fa, avevo messo giù una cosa sulla pirateria nell'Oceano Indiano, soprattutto al largo delle coste somale. Qualche giorno fa, Wired è tornato sull'argomento.
Pare che gli attacchi siano molto diminuiti, nei primi mesi del 2009, e un ufficiale dell'esercito americano attribuisce questi successi al dispiegamento di una task force coordinata da una corazzata inglese, la HMS Northumberland.
La marina militare di sua maestà non solo combina attrezzature e metodi affinati durante la Guerra fredda alla tradizione secolare delle battaglie navali, ma restituisce il colpo ai pirati utilizzando alcuni loro trucchi.
Fra questi, quello di usare delle "mother ships", cioè delle navi che trasportino imbarcazioni più veloci, utili (poichè molto agili) nel momento dell'attacco vero e proprio.
L'articolo di Wired sta qui, comunque, ed è introdotto da una foto straordinaria.
Io ne ho letto una metà e poi mi sono stufato, se ci trovate altro, nei commenti c'è spazio.

You got it right, you got it wrong

Qui si può sentire il singolo dei Rancid.
Dopo 3-4 ascolti, il commento è che un pezzo così, in And out come the wolves non entrava nemmeno pregando in ginocchio. E' un power-pop con chitarrina elettrica pettinata, cori e un bel ritornello.
Canzonetta ben fatta, ma pur sempre canzonetta.

martedì 7 aprile 2009

Give 'em the boot

Il prossimo disco dei Rancid esce il 2 giugno, si chiama Let the Dominoes fall, e ha una copertina piuttosto brutta.
Oggi sul loro Myspace dovrebbe essere pubblicato il primo singolo: Last one to die.

lunedì 6 aprile 2009

Teorie

Come molti, sono stato incuriosito dalle dichiarazioni di Giampiero Giuliani, il tecnico convinto della possibilità di prevedere il sisma.
Primo pensiero: sa di cazzata, ma vai a sapere.
Ultimo pensiero: poi vai a sapere, ma a me sa di cazzata.

Qui però c'è un post che segna un punto a favore del mio scetticismo, corroborato dal fatto che lo stesso Giuliani, comunque, ha cannato la previsione:

Il terremoto che aveva previsto, doveva esserci una settimana fa e nella zona di Sulmona. Tenere centinaia di migliaia di persone in allarme, nel panico, a dormire in stadi e tendopoli per una o più settimane in attesa di una scossa forse ad oggi non è la strada migliore per salvare delle vite.

Rappresentazioni

Due cose accessorie sul terremoto, che riguardano come se ne stia parlando:
1. Il Corriere ha pubblicato la foto di un sisma avvenuto in Turchia
2. Bertolaso perde la lucidità in un secondo, vedendo la catastrofe da vicino, e la spara grossa.

Canti notturni

C'entra e non c'entra, ma per motivi che sfuggono anche a me, ogni volta in cui ricorrono disastri naturali come quello di stanotte, penso a una cosa scritta da Giacomo Leopardi nel 1829. La incollo qui sotto:

Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna e per valle,
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e piú e piú s'affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu vòlto:
abisso orrido, immenso,
ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
è la vita mortale.


giovedì 2 aprile 2009

Message in a post

Non che io mi illuda di chissà quale attesa, rispetto alla mia assenza da questo blog. In ogni caso, pur se disperso, sono ancora vivo.
Lunedì darò una svegliata, a queste pagine.